lunedì 30 giugno 2008

America - Quale futuro dopo lo sciopero?

Lunedì 30 giugno 2008 di Giampiero Francesca


Eh si, le nebbie che si addensano sul futuro questa volta riguardano gli States. L’incertezza che regna sul mercato televisivo americano dopo lo sciopero degli sceneggiatori, in grado da solo di mettere quasi in ginocchio il colosso americano, non sembra trovare sicurezza neanche dopo i tanto attesi upfront delle principali reti americane. Che il quadro non fosse chiaro era apparso evidente sin dalle dichiarazioni dei nostri boradcaster all’ultimo Telefilm festival di Milano ma la realtà appare forse ancor più incerta del previsto. Cosa ne sarà di prodotti estremamente complessi, quelli di J.J. Abrams su tutti, dopo la brusca interruzione? Quali sono le prospettive di reti come CBS o CW, giganti dai piedi d’argilla sempre sull’orlo della crisi?
Andiamo per gradi e cerchiamo di capire nella sfera di cristallo dei palinsesti futuri cosa ci si prospetta davanti. Iniziamo dalle certezze. Fox e il suo magnate Rupert Murdoch, dopo aver conquistato il primato di rete più seguita, sembrano intenzionati a non cedere facilmente questo primato. Il tanto ambito target 17 – 49, quello che i pubblicitari si contendono a suon di dollari, è stato attirato nella rete dell’australiano grazie soprattutto ad American Idol, format e reality per eccellenza, ma anche grazie al sapiente mix di generi e idee proposte nel prime time di questo canale. Fox infatti piazza sullo stesso palinsesto prodotti come Dr. House (il cui successo gli ha fatto guadagnare la prima serata di Canale 5 anche da noi) al fianco di Prison Break (Italia 1) o Bones (Rete 4). Target e stili diversi per un pubblico vasto e difficilmente inquadrabile. Solo così Murdoch può sfidare CBS sul campo dei procedural o la generislta ABC sul family. Le nuove proposte Fox (Fringe e Do not disturb) non sembrano particolarmente brillanti ma la solidità del canale risiede nel sicuro risultato dei suoi cavalli di battaglia ai cui sopraccitati serial si devono aggiungere i prodotti di animazione King of the Hill, American Dad e soprattutto i Simpson e i Griffin schierati in prima linea la domenica per combattere ad armi pari con il Football dell’NBC e le “casalinghe disperate” della ABC.
Ed è proprio con la ABC che cominciano i guai. Con un pesante -14% di ascolti la grande rete americana, da sempre padrona dell’audience, si è fatta scavalcare dalla potenza di Murdoch. Nonostante Desperate Housewives resti il serial più visto (addirittura in crescita del 4% con una media di 18,2 milioni di spettatori a puntata) il canale generalista per eccellenza cede il passo davanti alle giovani stelle sognanti di American Idol. Eppure, palinsesto alla mano, quello della ABC, sembra essere ad oggi ancora il più interessante, anche se meno vario rispetto a Fox. (...).
Vanno però fatte alcune riflessioni. Mentre negli scorsi anni la rete è stata in grado di lanciare sempre prodotti innovativi e di qualità (a quelli già elencati vanno aggiunti lo spin off di Grey’s Anatomy, Private Practice, e l’interessante Pushing Daisies, in arrivo anche in Italia) gli upfront del 2008 non rivelano grandi progetti. Lo sciopero qui si è fatto sicuramente sentire e la versione americana dell’inglese Life on Mars non sembra una garanzia sufficiente per il futuro. Sciopero che potrebbe pesare anche su serie ormai cult ma che, costrette in corsa a modifiche imposte dal ristretto numero di puntate realizzate per il 2008, potrebbero non ritrovate l’entusiasmo lasciato. Ed è proprio la ABC che portando in dote il più alto numero di successi recenti rischia di più da questo punto di vista. Sarà per tanto davvero curioso attendere i risultati di share della nuova serie di Lost o Grey’s Anathomy. E se questi non fossero come previsto? Quali vie di fuga avrebbe ABC senza grandi progetti in cantiere?
Progetti in cantiere che invece devono essere il punto di forza di CW. La rete nata dalla fusione di Warner e UPN è francamente il vero fallimento delle ultime stagioni. Perde di anno in anno ascoltatori (- 15% lo scorso anno) e pare sempre sull’orlo del baratro. La televisione giovane americana risente in particolare di un fenomeno di abbandono dai parte dei teenager del loro prodotto peculiare: il teen-drama. Le vicende di OC, ultimo successo CW, sono emblematiche. La politica del “tutto e subito” di Josh Schwartz, autore della seria di Orange County, che sembrava la new wave della tv giovane si è rivelata un terribile boomerang. I vecchi teen drama, da Beverly Hills 90210 a Dawson’s creek, creati su ferree basi drammaturgiche, necessitavano di alcune puntate, se non intere serie, prima di dare svolte importanti alle proprie trame e personaggi. Con OC invece questo principio si ribalta e, nel giro di pochi episodi, tutto ciò che potrebbe accadere in un’intera stagione è già compiuto. Strategia questa che paga a breve termine ma che, come ammise lo stesso Adam Brody, alla lunga non regge. La generazione del “tutto e subito” ha dunque vinto ma la CW rischia di perdere la partita più importante. Guardando i suoi upfront infatti si nota subito la scelta di campo. Come previsto chiude Hidden Palms (la nuova fatica di Williamson così “canonica” nei tempi e nei ritmi) e spazio nuovamente a Schwartz e al suo Gossip Girl, serie che, come clonata da OC, sembra portare con se gli stessi dubbi sulla possibile durata. Che sia dunque finita l’epoca del teen drama classico? Anche questa possibilità è stata presa in passato in considerazione dai responsabile della CW che con Veronica Mars (forse il miglior prodotto degli ultimi anni) tentarono di ibridare il neogenere giovanile con il classico Noir. (...). E’ infatti il revival la carta che CW gioca nella partita per lo share. Revival di prodotti recenti (il nuovo Survivor with the filthy rich pare una riedizione di the OC) ma soprattutto revival di classici assoluti. 90210, spin off di Beverly Hills 90210, è la vera bomba sganciata sul pubblico dalla CW. Siamo però così sicuri che i giovani di oggi, quelli di Schwartz, quelli del “ tutto e subito”, saranno recettivi, a lungo termine, con un prodotto del genere?
Con FOX, ABC e CW si contendono lo share NBC (limitatasi ad un -10% lo scorso anno) e CBS (crollata con un -19%). Entrambe queste reti puntano forte sui loro pezzi pregiati. NBC rilancia (l’ennesima) stagione di ER, i successi short di The Office e My name is Earl e quelli recenti di Chuck (sempre di Schwartz) e Heroes mentre le novità ripercorrono ancora una volta i sentieri della memoria con la nuova versione di Supercar. Un po’ pochino per una rete che rischia di essere seppellita dalla forza dei concorrenti. Per CBS, broadcast specializzato in polizieschi, la forza viene dal passato grazie alle ovvie conferme del terzetto CSI, di Cold Case, di NCIS, Senza traccia e del sottovalutato Numbers. Poco o nulla di nuovo sul loro fronte anche se le scelte di Fox (che per i primi tre giorni della settimana controprogramma con prodotti rivolti alla stessa fascia di pubblico) costringeranno presto i responsabili di CBS a prender provvedimenti. Non si possono perdere 20 punti l’anno.
Per noi che osserviamo la realtà americana dall’altra parte dell’oceano pronti a riceverne le novità con un anno di ritardo il panorama appare ancora esaltante. Tante belle conferme, tante piccole e succose novità. Aspettiamo dunque con impazienza Pushing Daisies, Chuck, Gossip Girl e 90210 ma le nebbie su questo bel panorama si addensano. Lo sciopero è stato un primo segnali. Siamo certi che l’industria americana saprà riproporre presto nuove idee e progetti, ma non tutti gli anni portano con se Lost, House MD, Disperate Housewives e Grey’s Anatomy. Per gli anni di magra conviene dunque tener da parte le nostre vecchie serie, che tanto, visti questi upfront, non passano mai di moda.


Fonte: http://www.close-up.it/spip.php?article3981

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